"Si somigliavano molto, avevano lo stesso viso sottile dal mento forte e gli stessi occhi verdi. Il giovane aveva preso il naso leggermente ricurvo e i capelli biondi dalla madre..." (Cit. "La Città Infernale")
Descrizione[]
Attrebus Mede è stato un Imperatore di Tamriel e il secondo esponente della Dinastia Mede ad essere investito di tale titolo. Unico figlio dell'Imperatore Titus Mede I, appare nel ruolo di protagonista nei romanzi ispirati all'universo di The Elder Scrolls, quali: "La Città Infernale" e "I Signori delle Anime".
Biografia[]
A parte la sua data di nascita (18 4E) non si conoscono né la data della sua incoronazione, né quella della sua morte. Di lui si sa solo che era molto amato dai sudditi ed è stato il più grande Imperatore della Dinastia Mede, aveva ottime doti politiche e guerriere e la sua sposa si chiamava Annaïg Hoïnart. È il trisavolo dell'Imperatore Titus Mede II. Molti vedono in questo Imperatore molte più affinità con i Septim piuttosto che con i Mede, anche perché era un valoroso generale e un abile politico.
Attrebus fu molto amato dai popoli di Cyrodiil, Skyrim e High Rock per il suo eroismo in battaglia e per la sua galanteria dal vero gentiluomo già da quando era un ragazzo di 19 anni. All'età di 22 anni era praticamente un eroe guerriero e i soldati della Legione Imperiale lo acclamarono come campione dell'Impero.
All'età di 23 anni, Attrebus stava passando una delle sue giornate alla villa di sua proprietà nella Città Imperiale, quando all'improvviso arrivò un piccolo volatile di fattura Dwemer, Coo, il quale conteneva un piccolo schermo dove apparve proiettata una fanciulla bretone, Annaïg Hoïnart, che chiedeva di essere salvata poiché imprigionata sulla città volante di Umbriel. Il principe, innamorandosi subito della ragazza, decise di radunare i suoi fedelissimi al Cancello di Pell, capitanati dal Legato Gulam (in tutto erano 52 uomini a cavallo), ad andare quindi a salvarla a qualsiasi costo, anche attraversando le frontiere nemiche delle province non facenti parte più dell'Impero.
Purtroppo durante il tragitto Attrebus cadde in una terribile imboscata dei mercanti di schavi Khajit, organizzata dal suo Tribuno, una redguard di nome Radhasa. Sconfitto e catturato, il giovane principe fu trasportato ad Elsweyr per essere venduto come schiavo. Radhasa, conoscendo le abilità del ragazzo decise di togliergli l'armatura e le armi, per sicurezza. Una notte Attrebus fu costretto dalla redguard a farsi un bagno in un oasi nei pressi di Rimmen, il giovane però avendo avvistato Lampo, la sua spada, si gettò su di essa e iniziò a duellare contro Radhasa e i suoi, tuttavia essendo uno contro cinque, non riuscì ad avere la meglio. Fu quindi aiutato da un Dunmer, Ezhmaar Sul, il quale sconfisse tre degli schiavisti. Attrebus, ritrovando il coraggio di combattere affrontò gli avversari rimasti uccidendoli e la traditrice Radhasa fu decapitata in combattimento per mano del principe.
Dopo l'improvviso e il fortunato salvataggio dal parte di Ezhmaar Sul, il Dunmer raccontò al giovane principe di Umbriel e di quale fosse il suo scopo, i due quindi decisero di distruggere la città volante dopo aver fatto rifornimento a Rimmen e comprato due cavalli. Furono però intercettati dalla milizia della città che controllava che non fossero trafficanti di Skooma. Dopo aver eseguito il controllo le guardie esaminarono anche un gruppo di una tribù Khajit, che effettivamente possedeva della Skooma, tuttavia Attrebus riconoscendo un vecchio membro della Legione Imperiale tra le guardie di Rimmen, lo salutò e gli diede venti Septim, affinché non divulgasse il crimine ai suoi superiori. L'ex legionario accettò, salutando il principe. La tribù Khajit per sdebitarsi decise di ospitare i due avventurieri per una cena. Attrebus prese questa difficile decisione poiché non essendo mai stato nell'Elsweyr non sapeva come tornare a Cyrodiil, per questa ragione sia lui che l'amico elfo scuro avevano bisogno del supporto dei locali. Attrebus ed Ezhmaar Sul si misero d'accordo per non rivelare assolutamente la loro vera identità, infatti si spacciarono per studiosi e geologia e botanica desertica. Il giorno seguente si incamminarono verso Cyrodiil e varcando il confine dopo tre giorni a cavallo. Attrebus e Ezhmaar Sul giunsero quindi a Bravil, dove il giovane principe chiese l'aiuto delle guardie cittadine, parlando con un altro dei suoi ex legionari e ora capitano della milizia. Inizialmente il capitano accettò di aiutare Attrebus, ma fu poi assassinato dopo poche ore e il giovane principe fu costretto a fuggire di nuovo e alla svelta, dato che probabilmente era stato seguito dalla Confraternita Oscura. Nel frattempo alcuni membri della tribù Khajit si erano uniti all'impresa di Attrebus, sentendosi ancora in debito nei suoi confronti.
Dopo la tragica esperienza di Bravil, Ezhmaar Sul propose ad Attrebus di entrare nel regno di Hircine, e attraversare quindi un portale per giungere a Morrowind, dove Umbriel era misteriosamente diretta. Giungendo quindi ad un vecchio cancello dell'Oblivion, distrutto diversi anni prima dal leggendario Eroe di Kvatch, i due lo riaprirono e si gettarono dentro arrivando nel reame del principe daedrico della caccia. Il tentativo riuscì in parte perché Attrebus e Ezhmaar Sul riuscirono a salvarsi combattendo contro migliaia di Lupi e Orsi mannari, e attraversando il portale per il Vvanderfell, mentre i Khajit trovarono la morte. Ezhmaar Sul e Attrebus, fortunatamente, giunsero sulla costa del Vvanderfell in Morrowind, dove il Dunmer rivelò al giovane principe che per distruggere Umbriel avrebbero dovuto trovare la spada Umbra, antica arma sepolta sotto le macerie di Vivec dopo l'eruzione della Montagna Rossa. Poco dopo la rivelazione giunse all'improvviso una tempesta di cenere violentissima e degli strani essere non-morti iniziarono ad apparire ed uscire dal mare, i due furono costretti alla battaglia, ma alla fine furono comunque sopraffatti e catturati. Essi furono dunque portati al cospetto di un altro Dunmer, un mago di nome Vuhon, vecchio nemico di Ezhmaar Sul e principale responsabile degli eventi dell'Anno Rosso. Ezhmaar Sul non riuscendo a contenersi gridò e insultò Vuhon nella lingua tradizionale di Morrowind, incolpando il mago di aver causato la morte di sua moglie durante il terribile Anno Rosso. Ezhmaar Sul, ritrovando la ragione, aprì un portale di Oblivion all'improvviso per fuggire dalle grinfie di Lord Vuhon.
Questa volta i due finirono, prima nel regno di Namira e poi nel reame di Malacath, che immediatamente tentò di ucciderli, tuttavia il principe daedrico fu ingannato dalle promesse di Ezhmaar Sul e quindi acconsentì al loro rilascio, dopo aver rivelato che la spada Umbra si trovava a Solstheim, Attrebus e il comagno Dunmer furono teletrasportati nuovamente sulla costa del Vvanderfell, dove trovarono una barca e si diressero verso Roccia del Corvo. Il viaggio non fu per nulla tranquillo, anzi i due dovettero affrontare un'impervia traversata attaccati in continuazione dalla Sirene del Mare dei Fantasmi. Attrebus, da solo affrontò e uccise decine di sirene, prima di essere baciato da una di queste e svenire per il potente incantesimo di necromanzia.
Attrebus si risveglio in una casa Nord nel feudo di un nobile del luogo, accanto a lui c'era una ragazza che raccontava di averlo trovato sulla spiaggia la mattina del giorno prima e di averlo soccorso poiché ferito gravemente alla gamba e spalla destra. il giovane principe, mascherando la sua vera identità, chiese alla fanciulla dai capelli rossi se sapesse se insieme a lui fosse stato trovato anche un Dunmer. Ella rispose che l'elfo scuro era stato imprigionato nel castello dello Jarl Hleryn Sathil. Attrebus, travestendosi di nuovo da geologo e studioso di botanica, si recò al castello chiedendo udienza con lo Jarl. Ma al posto suo, giunsero invece una Dunmer nelle vesti di principessa Telvanni, seguita da due guerrieri Nord e da Ezhmaar Sul. La nobile disse di chiamarsi Nirai che il marito desiderava incontrarli a settentrione fuori dal villaggio.
I due, scortati dai guerrieri nord, furono portati nella parte settentrionale dell'Isola, dove all'improvviso giunse una tempesta di neve che li separò, facendo dunque finire il principe in un burrone insieme con uno dei guerrieri. Il guerriero caduto nel fosso insieme ad Attrebus, senza un chiaro motivo, estrasse la sua spada d'acciaio e la punto contro il giovane, il quale subito per difendersi la estrasse a sua volta ma senza iniziare a combattere. Nel frattempo fuori dalla caverna Ezhmaar Sul si era riuscito a salvare dalla valanga e vide arrivare una ventina di uomini a cavallo. Alla testa dei cavalieri c'era proprio Hleryn Sathil, il quale senza enigmi affermò di aver bisogno del loro aiuto per spezzare la maledizione che gravava sul figlio, Elhul, poiché quest'ultimo era entrato in possesso di Umbra ed era impazzito, perciò i genitori erano stati costretti a rinchiuderlo in una cella di isolamento.
Attrebus e Ezhmaar Sul affrontarono Elhul, tuttavia l'elfo scuro fu gravemente ferito dal pazzoide, che attaccava senza fermarsi un'istante. Il principe anche fu improvvisamente colpito alla spalla ferita e cadde in ginocchio, ma fortunatamente riuscì a pugnalare alla testa il folle, mentre tentava di strangolarlo, e cadde sconfitto. Il Dunmer, conoscendo i pericoli della spada Umbra, artefatto magico di Clavicus Vile, decise di avvolgerla in un panno per evitare di toccarla e quindi di impazzire come il figlio di Hleryn Sathil. I due all'uscita della cella furono ingannati dalla consorte Nirai, la quale si rifiutò di aprire il cancello, considerandoli un pericolo per il feudo. Ma Ezhmaar Sul aprì improvvisamente un portale per il regno di Clavicus Vile, dove anche Attrebus entrò seguendo il compagno.
Il principe daedrico torturò Attrebus e Ezhmaar Sul, gli fece avere delle visioni di morte riguardanti le persone a loro care. Il giovane principe, vedendo in sogno la morte di Annaïg, svenne più volte dall'estremo dolore. Infine il Dunmer riuscì anche a convincere Vile, dicendo che avrebbero sacrificato la propria vita e restituito la spada Umbra dopo aver rimandato Umbriel nel suo reame daedrico.
I due quindi furono teletrasportati di nuovo a Tamriel, nei pressi di Cheydinhal, dove la guardia cittadina insieme con un plotone di legionari imperiali stava scortando all'interno delle mura della città alcuni contadini che erano fuggiti dai campi minacciati dall'invasione dei non-morti sotto il controllo di Umbriel. Attrebus, facendosi ora riconoscere dalla Legione, guidò una disperata carica nel tentativo di difendere i civili. In realtà la situazione si trasformò in un epica e cruenta battaglia, che durò per diverse ore. La Legione Imperiale e le guardie riuscirono, sotto il comando di Attrebus, a mettere in fuga momentanea i non-morti e a guadagnare tempo prezioso.
Dopo la battaglia, il Dunmer e il Principe si diressero immediatamente verso la Città Imperiale, dove era diretta Umbriel. Quindi infiltrandosi di nascosto, a causa del coprifuoco e del blocco cittadino temporaneo imposto da Titus Mede, arrivarono nella villa del Ministro Hierem. I due però furono individuati e imprigionati dai poteri magici del ministro, che si rivelò essere un traditore e complice dei piani di Lord Umbriel o Vuhon. Attrebus e Ezhmaar sul furono salvati da un ispettore del Penitus Oculatus, Colin, e dalla sua spia, Lettine Atrese. Il principe afferrò immediatamente la spada Lampo e affrontò Hierem. Il ministro avendo consumato molta magicka per aprire il portale di Umbriel, non ebbe la forza di lanciare gli incantesimi di distruzione. Attrebus ne approfittò per trafiggerlo. Subito dopo aver salutato i membri del centro investigativo di Penitus Oculatus, Attrebus e Ezhmaar Sul si lanciarono nel portale per raggiungere Umbriel.
Attrebus e Ezhmaar Sul giunsero direttamente nel palazzo di Vuhon, Lord Umbriel, dove Annaïg era stata imprigionata. Il giovane principe sfidò a duello Vuhon, e impugnando la spada Lampo ebbe la meglio sull'avversario. Tuttavia per distruggere Umbriel era necessario trafiggere l'Ingenium con Umbra. Attrebus con grandissimo coraggio impugno la spada di Clavicus Vile e corse verso l'Ingenium per colpirlo. Il principe daedrico però non lo permise e si impossessò del corpo del giovane, il quale colpì l'amico Ezhmaar Sul tagliandogli il braccio sinistro e colpendolo a morte. Il Dunmer prima di morire spinse il principe verso l'Ingenium, che fu trafitto da Umbra. Attrebus abbandonò la spada che insieme all'Ingenium fu incenerita, mentre si apprestava a salvare Annaïg. La bretone disse addio all'amico argoniano Mere-Glim, il quale decise di rimanere su Umbriel per vivere per sempre insieme agli Hist e alla sua compagna.
Attrebus e Annaïg entrarono nel portale di Vuhon per fuggire da Umbriel, che stava tornando nel reame di Clavicus Vile. I due arrivarono al Cancello di Pell, un villaggio vicino al Lago Rumare nei pressi della Città Imperiale. I non-morti di Umbriel erano scomparsi e tutto era tornato alla pacifica normalità.
Attrebus, ritornato vincitore, fu acclamato dalla Legione Imperiale e dal padre, l'Imperatore Titus Mede I, il quale voleva organizzare per lui una grande celebrazione per l'eroismo dimostrato. Tuttavia il principe consiglio al padre di dare omaggi e lodi solo al Sinodo e al Collegio dei Sussurri, per garantire un appoggio politico e diplomatico. Titus Mede affermò di essere davvero fiero di suo figlio, che finalmente aveva imparato ad essere un vero principe dell'Impero, e pronto a diventare un giorno imperatore.
Attrebus dichiarò il suo amore ad Annaïg, la quale provava gli stessi sentimenti per il giovane. I sue si sposarono ed ebbero dei figli, ciò permise la continuazione della Dinastia Mede.
Quando Attrebus divenne Imperatore dedicò tutta la propria vita ad impedire un'ulteriore frammentazione delle province imperiale, e sotto il suo governo l'Impero prosperò nuovamente. Egli infatti è tutt'ora ricordato come il più grande degli Imperatori Mede ed è sempre celebrato in molte feste annuali di Cyrodiil e Skyrim.