The Elder Scrolls Wiki
Iscriviti
Advertisement
The Elder Scrolls Wiki
Stemma Dagoth

Stendardo della Casata Dagoth

La Casata Dagoth è la Sesta Casata perduta di Morrowind. La casa del clan era Kogoruhn, nel nord di Vvardenfell, ed era particolarmente potente agli inizi della Prima Era, prima della Battaglia della Montagna Rossa.

La Casata Dagoth era una delle sei Grandi Casate Chimer di Resdayn. I membri di questa casata erano noti per essere coraggiosi guerrieri e potenti incantatori. Voryn Dagoth, il leader della casata, si alleò con il giovane Nerevar, offrendo la sua saggezza, forza e amicizia al futuro regnante. Nel corso del tempo diventò il più potente e fidato consigliere di Nerevar.

Descrizione[]

La caduta della Casata Dagoth ebbe luogo in seguito alla Battaglia della Montagna Rossa. Estremamente fedele all'amico Nerevar, Voryn Dagoth (il futuro Dagoth Ur) combatté al suo fianco nella roccaforte Dwemer, ed ebbe l'ordine di difendere i sacrileghi strumenti che causarono la scomparsa del popolo Dwemer dalla realtà. Voryn suggerì di distruggere gli strumenti per prevenire ogni possibile danno ai Chimer. Nerevar, ferito gravemente durante la battaglia, respinse l'idea e andò a conferire con gli amici Vivec, Almalexia e Sotha Sil, ordinandogli di proteggere gli strumenti fino al suo ritorno.

Dopo qualche tempo, Nerevar decise, di concerto con il consiglio, di confiscare gli strumenti e metterli al riparo da mani malvagie. Dagoth Ur però rifiutò di consegnarli, obiettando che lo stesso Nerevar gli aveva ordinato di sorvegliarli. L'Almsivi, o il Tempio del Tribunale, afferma che egli fosse stato corrotto dal Cuore di Lorkhan, e Nerevar lo combatté, lo vinse e riottenne il possesso degli strumenti.

Cultista Dagoth

Cultista della Sesta Casata (metà della Seconda Era)

La Casata non era tuttavia estinta. Dagoth Ur e sette dei suoi fratelli di sangue fuggirono nel profondo della Montagna Rossa, e i bambini della sua casata vennero adottati da altri. Dopo tre millenni, Dagoth Ur e i suoi fratelli giacevano in stato di quasi-morte nelle profondità della montagna. Durante questo tempo, la mente di Dagoth Ur esplorò gli incantamenti degli strumenti sacrileghi e le loro connessioni con il Cuore di Lorkhan. Quando si svegliò, verso la fine della Seconda Era, poco rimaneva in lui dell'antico amico di Nerevar; la creatura che si era svegliata credeva invece di essere stata tradita dall'eroe e dal Tribunale. Coltivò questi pensieri per lunghi anni, sprofondando sempre più nella pazzia.

Tramite arcani rituali, Dagoth Ur lego sé stesso e i propri fratelli direttamente al Cuore di Lorkhan, potendo così accedere alla sua immensa potenza. Egli vide questo potere come diritto di nascita del suo popolo, un diritto divino ingiustamente rubato. Il suo obiettivo era estendere il suo dono a tutti i Dunmer e agli altri popoli di Tamriel. Per farlo, creò una malattia che lo portasse, il Corprus. Lanciò una chiamata ai membri rimanenti della sua casata, coloro che erano stati adottati dalle altre Casate. Presto essi diventarono Sognatori, e si unirono al Culto della Sesta Casata, ove la massima gloria era prendere parte alla "Divina malattia" ed essere mutati dal Corprus.

A seguito delle gesta del Nerevarine, incarnazione di Indoril Nerevar, si può affermare con relativa sicurezza che, distrutto il Cuore di Lorkhan, fonte della grande potenza di Dagoth Ur e dei suoi seguaci, e morto il suo leader, la Sesta Casata poté dirsi definitivamente eliminata nel 3E 427.

Lo stemma di questa Casata è un insetto.

Cultura[]

A causa della distruzione di ogni documento riguardante la Casata Dagoth, molto poco si conosce riguardo alla sua cultura e ai suoi personaggi. Uno dei pochi frammenti rimasti li descrive come menti sottili e con particolare inclinazione per la diplomazia e il sotterfugio. Ciò potrebbe forse spiegare la volontà di Dagoth Ur di riprendere il fallito progetto dell'antico nemico del suo popolo, nonché il suo atteggiamento apparentemente conciliante nei confronti del Nerevarine.

La risorta Casata Dagoth mostra una grande affinità per il suono e per la musica, anche se è difficile sapere se ciò non facesse parte del suo trucco prima della caduta. Quasi ogni santuario presente a Vvardenfell presenta una serie di grandi campane, che sembrano esercitare un importante ruolo nei suoi rituali. Alcune delle più avanzate forme di creature di cenere hanno musi lunghi e perforati simili a tronchi che possono essere utilizzati come strumenti musicali. Nella serie di libri Il Canto del Veleno la profonda connessione della Sesta Casata con la musica fa sì che i suoi discendenti possano udire il suo 'richiamo' sotto forma di una musica ipnotica. Non si sa, in questo caso, quanto sia realtà storica e quanto finzione letteraria.

Apparizioni[]

Advertisement