Decreto del Monumento è un diario presente in The Elder Scrolls V: Skyrim. Il testo parla della cessione dell'isola di Solstheim ai profughi Dunmer in fuga da Morrowind, in seguito al cataclisma avvenuto nella Quarta Era durante l'Anno Rosso.
Effetti[]
- Nessuno
Posizione[]
Skyrim[]
- Su un piedistallo fuori dalla Sosta dei Rifugiati.
Contenuto[]
Questa torre un tempo serviva come luogo d'incontro. Qui le anime dei più coraggiosi che ottenevano un lasciapassare per Skyrim potevano incontrare i loro cari e lasciare messaggi per gli altri che non si trovavano.
Che resti in piedi, in ricordo di coloro che hanno avuto la forza e il coraggio di accettare l'offerta di Skyrim "non sottomessa ad alcun Thane o feudo, autogovernata, con libertà di culto, senza alcun risarcimento verso Skyrim o l'Impero, salvo quanto stabilito nel vecchio armistizio, là dove applicabile, ed ora in avanti non lasciare che alcun uomo o mer dica che i figli e le figlie di Kyne non hanno pietà o onore".
Noi Jarl di Skyrim proclamiamo questo luogo un monumento alla memoria di coloro che fuggirono dalla propria terra natale di Morrowind nel periodo seguente l'Anno Rosso.
Curiosità[]
Il testo presente nel decreto è menzionato anche nel romanzo 'An Elder Scrolls Novel: Lord of Souls', nelle pagine 133-134:
"Ho avuto molte spiacevoli sorprese dopo essere tornato dall'esilio nell'Oblivion", disse Sul. "Sapevo che Vivec City è stata distrutta, Vuhon mi ha detto di averlo visto quando mi torturava, ma non è stato fino a quando non sono andato lì che ho capito quanto fosse stata devastata la mia terra natia, o come avessero sofferto l'invasione Argoniana. Tuttavia, avevo un'idea, ma quella Skyrim aveva offerto a Solstheim un rifugio per il mio popolo, dopo secoli di inimicizia tra le nostre razze ... per questo, ero impreparato. "
"Non sottomessa ad alcun Thane o feudo", citò Allenbus, "auto-governata, con libertà di culto, senza alcun risarcimento verso Skyrim o l'Impero, salvo quanto stabilito nel vecchio armistizio, là dove applicabile, ed ora in avanti non lasciare che alcun uomo o mer dica che i figli e le figlie di Kyne non hanno pietà o onore"
Sul sollevò un sopracciglio.
"L'ho imparato dai miei tutori", spiegò Allenbus. "