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Lord Naarifin in una fan art

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Descrizione[]

Lord Naarifin (? 4E - 175 4E) fu un generale e potente mago che prestò servizio nell'Esercito Thalmor durante la Grande Guerra contro l'Impero dal 171 4E al 175 4E. Riuscì a mettere in difficoltà la Legione Imperiale e a conquistare la Città Imperiale nell'anno 174 4E.

Biografia[]

Origini e carriera militare[]

Non si sa molto del passato di Naarifin, tuttavia si sa che nacque ad Alinor, capitale del Dominio Altmeri, da una nobile famiglia Altmer durante la Quarta Era. Sostenitore fanatico della fazione dei Thalmor si dedicò con passione agli studi di magia e tattica militare fino a diventare uno dei generali più apprezzati dalla Gerarchia Thalmor. Alcuni ipotizzano che abbia compiuto le sue prime imprese militari durante l'annessione dell'Elsweyr al Dominio Altmeri sconfiggendo i Khajiiti che rifiutavano di riconoscere la supremazia Thalmor sulle proprie terre.

La Grande Guerra []

Lord Naarifin

Concept-art di Lord Naarifin in armatura da mago guerriero

Naarifin fu certamente uno dei sostenitori più intransigenti della guerra contro l'Impero ed ebbe molta influenza nelle decisioni dei vertici militari Altmer. Allo scoppio della Guerra nel 171 4E gli fu assegnato il compito di comandare le armate proposte all'invasione di Cyrodiil dalle province di Valenwood e dell'Elsweyr. Nonostante gli iniziali successi l'avanzata di Naarifin s'infranse contro la resistenza delle fortezze imperiali del Cyrodiil meridionale e la guerra divenne uno stillicidio di piccole schermaglie trasformandosi in uno scontro di logoramento.

L'Assedio e il massacro della Città Imperiale[]

Nel 174 4E la Gerarchia Thalmor mostrò il proprio disappunto per il protrarsi della Guerra. Ordinò quindi a Naarifin di mettere a punto un piano per mettere fine al conflitto entro l'anno, pena la destituzione. Lord Naarifin elaborò dunque un piano che prevedeva di lanciare l'intero esercito Thalmor contro la Città Imperiale e cingerla d'assedio ignorando le fortezze minori. Il piano inizialmente ebbe successo e i soldati dei Thalmor avanzarono senza particolari difficoltà; tuttavia l'Imperatore Titus Mede II aveva previsto le mosse dell'avversario e, lasciata una legione in città per trattenere i nemici, riuscì ad evacuare la maggior parte delle sue truppe prima che l'accerchiamento fosse completo. Furioso per la fuga dell'Imperatore, Lord Naarifin ordinò ai suoi uomini di dare l'assalto alla Città Imperiale. L'Ottava Legione resistette eroicamente per tre giorni prima di cedere in quello che divenne nota in seguito col nome di Assedio della Città Imperiale. Una volta conquistata la città Lord Naarifin dette carta bianca alle sue truppe, che si lasciarono andare ad uno spietato saccheggio e massacrarono migliaia di cittadini inermi. In seguito a questi orribili avvenimenti Lord Naarifin fu soprannominato "Il Macellaio".

La Battaglia dell'Anello Rosso e la scomparsa[]

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Lord Naarifin guida le sue truppe durante la Battaglia dell'Anello Rosso

Nell'anno 175 4E l'Imperatore Titus Mede II si sentì abbastanza forte per procedere alla riconquista della capitale e cacciare i Thalmor da Cyrodiil. Lanciò quindi una grande offensiva su tre direttive da nord, ovest e est contro le truppe di Lord Naarifin, che vennero colte di sorpresa, dato che non si aspettavano una reazione così imponente dalla Legione Imperiale, creduta ormai in ginocchio. La Battaglia dell'Anello Rosso durò per cinque lunghi giorni, ma alla fine le truppe dei Thalmor furono massacrate o messe in rotta dai legionari imperiali. Lord Naarifin fu catturato dall'Imperatore Titus Mede II in persona, il quale sembra che durante la battaglia brandisse la mitica spada Goldbrand. Per i suoi crimini Lord Naarifin fu condannato ad essere rinchiuso in una gabbia penzolante a strapiombo sulla Torre Oro Bianco. Vi rimase per 33 giorni per poi, all'alba del 34°, sparire misteriosamente. Non è ben chiaro cosa accadde a lui e al suo corpo: alcuni ipotizzano che sia morto e il suo cadavere per disprezzo sia stato bruciato e le ceneri disperse, altri che riuscì ad evadere ma che sarebbe comunque morto poco dopo per le privazioni sofferte durante la prigionia.

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